10 scene
3 personaggi
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Personaggio 1: la nonnina
Personaggio 2: la capetta
Personaggio 3: la tonta
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Scena prima
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La nonnina:
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Non ti hanno dato il grembiule?
No?
Ma come no?
E che ti han detto?
Possibile che a noi ci rompono sempre i coglioni?
Vabe non è colpa tua comunque, a te giustamente han detto solo di vestirti di nero…
Ma almeno non potevi metterti una maglia col colletto?
Non ce l’hai?
Vabe guarda fa niente, dimmi cosa sai fare.
Tutto in che senso?
Hai già provato a fare tutto?
Cassa, caffè, acque, panini?
Sai usare la piastra quindi?
Vabe dai senti, fai una cosa, te mettiti alla caffetteria, io mi metto ai panini.
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Scena seconda
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La capetta:
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Ciao giovanotto.
Oh vedi, almeno oggi ci hanno mandato un ragazzo a figurare qua al bar.
Mi spiace ma dovrai sopportare noi tre povere vecchiette fino a stasera eh…
Ma ti abituerai, porta pazienza caro.
Ora arriva il pienone, tin bòta!
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La nonnina:
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Dai il prossimo caffè lo fai tu allora.
Ecco il primo cliente.
Fammi vedere un po’ come ti esce sto caffè.
Nonono ecco, fermo, fermo.
Così no, non esiste che serviamo un caffè così.
Rifallo.
Un colpo veloce ma deciso al macinino.
Esatto, bravo, un colpo secco.
Poi ora premi ma non troppo, mi raccomando.
Se no poi non esce un cazzo eh.
Bravo, ora infila, gira, sotto il bicchierino di carta e fai partire.
Ooooook bravo, tutti così li voglio eh.
Lungo, corto, doppio, deca, orzo, ginseng, macchiato caldo, macchiato freddo, cappuccino, caffè latte, americano, tè caldo, tisane, tutto.
Ti occupi te di tutto il bere, ok?
Poi quando ti danno lo scontrino guardi se hanno anche bibite.
Da questa parte hai acqua liscia, gas, succhi, tè freddo, coca, coca zero, fanta, birra, prosecco, amari, grappe, tutto quello che ti serve insomma.
Dai che adesso arriva il pienone.
I caffè li voglio tutti fatti alla perfezione, ok?
Dai dai, che dobbiamo tirare fino a stasera alle 9.
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Scena terza
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La tonta:
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Dai giovanotto su.
Che oggi c’è da lavorare eh ahahaha.
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La nonnina:
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SAMUELE, EMH.. SEBASTIANO, COSA TI HO DETTO SUGLI SCONTRINI???? DAI CAZZO
Come? Dici di aver preso lo scontrino giusto?
Forse non ci siamo capiti allora.
Non me ne frega niente che questo aveva acqua e panino sullo stesso scontrino, TU GLI DEVI PRENDERE SOLO LO SCONTRINO DEL BERE.
Non voglio sentire scuse.
Te l’ho già spiegato a sufficienza come bisogna fare con questi benedetti scontrini, vedi di non sbagliare più.
INTESI??
Bene.
Ora torna subito alla macchina del caffè, ti conviene!
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Scena quarta
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La capetta:
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Beh ora che c’è meno gente io ne approfitto per mangiarmi un bel panino.
Ragazzo, riesci a mettermi a scaldare uno con la cotoletta? Ti ringrazio.
Non ti preoccupare per lei, fa così con tutti.
È una testa calda, ma in fondo vi vuole bene.
Lei lo fa per voi, per insegnarvi bene il lavoro, ci tiene che voi ragazzi impariate bene questo mestiere.
Poi certo, io non sono mai stata così… ma perchè non mi riesce di urlare sul posto di lavoro.
Poi te si vede che sei bravo, guarda non stai fermo un attimo!
Pure adesso che non ci sono clienti stai continuando a pulire la macchina del caffè, fermati un momento caro, chiacchieriamo un attimo.
…Sai, il mio babbo aveva un bar, qui in centro a Bologna.
Ohh dovevi vederlo, era bellissimo…
Io faccio sto lavoro da quando ho 13 anni eh.
Aiutavo il babbo nel bar, a 16 anni già facevo tutto.
La mia vita è sempre stata quella. Non mi sono più levata dal nostro bar, nemmeno quando il babbo è morto… Dopo di lui ho preso io la gestione, non me ne potevo andare.
E poi c’ero troppo affezionata, mi piaceva respirare l’atmosfera del bar, il chiacchiericcio della gente, il rumore delle tazzine, per me era come stare a casa.
Ora sono nonna sai, durante la settimana sto con i miei nipotini, il bar l’ha preso in gestione un’incapace… Ma nel weekend sono sempre qui a lavorare, sempre! Non riesco a farne a meno…
La mia vita è dietro il bancone, e finirà dietro al bancone!
Comunque, mio babbo mi diceva sempre che la macchina del caffè va tenuta limpida. Pulita alla perfezione! Mica come questa…
Sai che se entro in un bar e vedo una macchina del caffè sporca come questa io mica lo prendo il caffè? Te lo posso assicurare, cambio bar piuttosto!
GUARDA QUA CHE ROBACCIA! Questo gancio è tutto sporco, non esiste cazzo!
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La nonnina:
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Ragazzo, che ti avevo detto?
Il beccuccio del vapore, OGNI VOLTA che fai la schiuma per il cappuccino, VA PULITO!
E dire che te l’avevo detto, devi fartelo ripetere anche da lei?
Come? Stavi lavando adesso tutta la macchina? Beh a quanto pare non abbastanza velocemente!
E guarda che non mi va mica bene che mi rispondi, è già la seconda volta che hai da ridire.
Nonono ti fermo subito, non me ne frega niente.
Non voglio sentire scuse ragazzo, quando ti dico di fare…
SEBASTIANO, NON FARMI INCAZZARE.
Ti ho detto che non ti devi azzardare a rispondermi!
Io ci metto un attimo a mandarti a casa, non sto scherzando.
Se vuoi rimanere qui fai quel cazzo che ti dico, OK?
CI SIAMO INTESI?
Bene, ora torna a lavorare.
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La tonta:
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Te l’avevo detto che oggi c’era da lavorare eh ahahahah.
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Scena quinta
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La capetta:
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Ragazzo, dai ora è pulito a sufficienza, stai tranquillo…
Adesso fattela davvero una pausa, se no stasera arrivi a casa strisciando.
Scegliti pure il panino che vuoi, scaldatelo e mettiti sul retro a mangiare.
Prenditi anche la bibita che preferisci, tranquillo, hai mezz’ora di pausa.
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La nonnina:
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Samu, Simo, oh signore, non mi viene mai… SEBASTIANO, vieni qua, che panino ti do?
Scegli veramente quello che vuoi, non farti problemi.
Questo qui? Con il cotto?
Vuoi che te lo scaldo? No? Sei sicuro? Guarda che ci metto un attimo eh.
Va bene, va bene, ho capito, te la sei presa…
Dai, vai a riposarti, prenditi almeno dell’acqua però!
Bravo, vai pure, ci vediamo tra mezz’ora.
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Scena sesta
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La capetta:
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Signore, io vi saluto!
Sono le quattro e quaranta, dovevo staccare alle quattro.
Mi dispiace, ma io ormai sono vecchia, e a quest’ora già inizio a essere stanca.
Vado un po’ dai miei nipotini, spero di non addormentarmi in macchina.
Grazie a tutte per oggi eh, non fatemi arrabbiare troppo Sebastiano.
Ragazzo mi raccomando, prova a sopportarle fino a stasera eh… Grazie per essere venuto, alla prossima!
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La nonnina:
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Tranquilla, chiudiamo io e il ragazzo alle nove, così mi faccio dare una mano a pulire tutto.
E poi almeno ho tempo per provare a farci pace…
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La tonta:
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Ahahahaha
Sì è vero, ahahah
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Scena settima
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La nonnina:
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Ma cazzo, pure te ti ci devi mettere adesso.
Dai con sti panini! Veloce per favore.
Ascolta, te l’ho già detto, lascia il ragazzo alla caffetteria, che riesce a cavarsela benissimo da solo.
Te resta lì alla piastra, dai, non fartelo ripetere per piacere.
Sebastiano, te bravo, stai andando bene.
Se hai bisogno di una mano chiedi pure a me, non farti problemi.
Ancora non parli? Sei un osso duro eh.
Senti, tanto prima o poi la pace la dobbiamo fare.
Anche perché se no non ci arriviamo vivi alle nove…
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La tonta:
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EHI, EHI, sono le cinque! Io devo andare.
Vado a cambiarmi.
Ehi! Avete capito? Io sto andando.
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La nonnina:
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Ho capito, ma non puoi aspettare dieci minuti che c’è qua un sacco di gente ancora?
Ho capito che c’hai il bus, ma non puoi prendere quello dopo?
Niente, vabe.
Tanto fai come cazzo ti pare…
Ciao và, ciao, ciao.
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Scena ottava
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La nonnina:
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Niente ragazzo, siamo rimasti solo io e te.
Ora come vedi già non arriva più nessuno.
Adesso che ore saranno, vediamo, le sei. Perfetto.
Abbiamo due ore in cui stiamo qui tranquilli tranquilli.
Poi alle otto, con molta calma, iniziamo a pulire e riordinare tutto, ok?
Senti un po’, ma te quanti anni hai detto che hai?
22? Caspita, mio nipote ha esattamente l’età tua.
Eh già, sono nonna anch’io.
Lui inizia a essere grande ormai, e io ancora più vecchia.
Ma non mollo mica eh, non pensare!
Tengo botta fino a quando mi reggono le gambe.
Sai da che ora sono qui stamattina? Dai prova a indovinare.
Le sette caro mio, dalle sette che sono dietro il bancone. Fino a stasera alle nove.
E per i prossimi tre giorni uguale eh, tutto il weekend così.
Fino a quando non finisce l’evento di ’sta benedetta fiera noi da qui non ci muoviamo.
Ma scusa, te domani non vieni?
Ma come no? Ti hanno chiamato solo per oggi?
Io veramente non capisco… ma perché ogni volta dobbiamo cambiare personale?
E io che son stata a urlarti dietro tutta la mattina… pensavo che saresti rimasto con noi per tutto il weekend.
Io all’inizio sono sempre un po’ dura con i ragazzi, ma mica perché mi piace eh.
Io ci tengo che imparino bene questo lavoro, e a me dopo i ragazzi mi vogliono sempre bene.
Sai che ogni tanto mi capita di girare per Bologna e di sentirmi chiamare in mezzo alla strada.
“Ehi, ma te sei stata la mia capobanco al bar!” E mi ringraziano sempre, sempre!
Perché io insegno a lavorare bene ai ragazzi.
Questo è un lavoro serio, ma diventa una merda se dietro il bancone ti comporti da deficiente.
Io sono troppo innamorata di questo lavoro, la mia vita è dietro il bancone.
Ma bisogna imparare a rispettarlo questo luogo! È questo quello che cerco di trasmettere ai giovani che vengono a lavorare con me.
Poi, te l’ho detto, è tutta fatica ripagata.
Probabilmente è una questione anche affettiva, io sono un po’ gelosa di questi tavoli, di queste tazzine, degli scaffali, del banco… è casa mia in fondo. E io non riesco a sopportare che qualcuno non onori casa mia.
Bisogna onorare il luogo in cui si lavora.
È in luoghi come questo che uno, imparando, cresce. È una forma di rispetto di sé stesso, capisci?
Altrimenti uno come fa a imparare a dare valore alle cose che fa? Alle proprie cose, alle persone che ha accanto, a sé stesso! Capisci?
Sai qual è il modo migliore per imparare un lavoro? Rubarlo agli altri.
Mio padre me lo ripeteva sempre.
Tenere gli occhi aperti cazzo. Osservare con attenzione l’esperienza dei più grandi.
Studiarla in modo meticoloso, scrupoloso anche. E poi farla tua! Capisci?
Ma io sono certa che voi giovani tutto questo riusciate a capirlo, altrimenti… beh, altrimenti saremmo già fottuti da tempo.
Ora torniamo a lavorare, sta arrivando gente.
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Scena nona
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La nonnina:
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Ho notato che prima hai usato la parola “comanda”, io sono attenta a ste cose, l’avevo capito che sei un cameriere, sai?
Infatti si vede, da quanti anni lo fai?
Me l’aspettavo, si vede che lo fai da tempo. E com’è che sei finito qui dietro al bancone?
Con l’agenzia? Ahh, ora capisco. E quindi loro ti mandano un po’ ovunque giusto?
Cameriere, barista, parcheggiatore, e pure lo steward al Dall’Ara? Dai ma che figata, mi fai venire voglia di iscrivermi anche a me con l’agenzia.
Qua è sempre la stessa roba sai, sempre qui in fiera. Te almeno vari un po’… e sei libero di rifiutare le proposte di lavoro quando ti pare, che per voi che studiate è sicuramente molto più comodo.
E riesci a guadagnarci bene? Voglio dire, visto che non sei di Bologna avrai anche un affitto da pagare, le bollette, la spesa…
E ci credo che non basta, immaginavo. E quindi quando torni a casa ti trovi altri lavori da fare?
Nooo, il Gran Premio, che bello, anche io ho sempre voluto lavorarci, poi te sei fortunato che abitando in Brianza puoi fare sia quello di Monza che quello di Imola.
Ma che te frega se lavi i piatti tutta la notte, scommetto che vi divertite comunque come dei matti.
Cazzo, bravo comunque. Non è mica scontato per un ragazzo arrangiarsi così tanto da solo, comunque l’avevo capito sai? Si vedeva, ma poi…
Ma noooo, giuro che non ti sto prendendo in giro, guarda che non sono più arrabbiata con te. Ora abbiamo fatto la pace vero?
Ahahahah, menomale caro. E comunque, fammi dire una cosa, per fortuna che ci sono ancora certi genitori che educano i figli in un certo modo. Anche io ho sempre fatto così con mia figlia, sai?
Io e mio marito avevamo un bar, a Foggia. Io sono nata giù, e ci sono rimasta fino a 13 anni fa.
Era un bar bellissimo, veniva sempre un sacco di gente. Era diventato il punto di ritrovo di tutto quartiere!
Per me casa e bar volevano dire la stessa cosa, lo gestivamo solo io e mio marito, nessun altro. Poi, quando mia figlia è diventata grande, abbiamo iniziato a farci dare una mano anche da lei, era bellissimo…
Quanto pagherei per tornare a quei pomeriggi là… io, mio marito e mia figlia dietro il bancone, e davanti a noi una valanga di clienti che riempivano il nostro locale. Era tutto perfetto.
Poi mio marito si è ammalato, così, dal nulla. Vai a capire perché cazzo devono succedere ste cose, perché? Ma poi perché proprio a lui? A lui cazzo! Un uomo giovane, mai preso neanche una febbre da quando l’ho conosciuto, te lo giuro! …Ma poi nemmeno beveva, e non fumava neanche!
…Chissà, se conviene continuare a cercare un senso alle cose, perderci la testa, il tempo e la salute mentale, o rassegnarsi al caso, o qualsiasi cosa essa sia, che da lassù a quanto pare si diverte a giocare con le vite delle persone in base a come gli gira…
Scusami ragazzo per questo delirio, ma sono vecchia e a volte ho bisogno di sfogarmi.
Comunque dopo la morte di mio marito ho provato a portare avanti il bar da sola, per un po’ ce l’ho fatta, ma poi mi sono arresa.
Era impossibile gestire tutta quella roba da sola, mi alzavo la mattina alle 6 e lavoravo tutto il giorno fino alle 23, così 6 giorni su 7, e la domenica la passavo a fare i conti.
Non c’era nessuno che mi dava una mano, io ci ho provato fino all’ultimo per affezione a mio marito, ma era oggettivamente impossibile continuare.
Così ho dovuto vendere, e dopo anni ho deciso di venire qui a Bologna, da mia figlia, per stare un po’ coi nipotini, vederli crescere… fare la nonna insomma.
Aaah Sebastiano, i miei nipoti sono veramente la cosa più bella che ho. Per me venire qui è stata un po’ come una seconda rinascita, io giù non avevo più niente, nulla da imparare, nulla da insegnare.
Qui mi si è riacceso qualcosa, continuo a lavorare anche se dovrei aver già smesso, però continuo per passione. Ma per me la cosa più importante è tornare a casa e stare con loro. Vederli crescere è il regalo più prezioso che ho.
Ma ora basta chiacchierare. Sono le otto, mettiamoci a pulire.
Vieni ragazzo, vieni con me. Ora ti spiego come organizziamo il riordino e la pulizia di tutto, deve essere scintillante cazzo!
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Scena decima
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La nonnina:
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Ragazzo vieni qua, dai una mano a questa povera nonnina.
Bravo, prendi te la cassa che è pesante per me. Ecco, grazie.
Eh sì che pesa, vuol dire che è andata bene oggi. E ti credo, abbiamo corso tutto il tempo!
Reggi anche questo per favore, così intanto tiro giù la corrente e metto il catenaccio alla porta.
Ecco fantastico, piove pure. Vieni qua sotto il mio ombrello và.
Ehi ma la vuoi una mia sigaretta? Dai lascia stare con quel tabacco che sta piovendo, prendi pure una delle mie. E anzi, prendine anche un’altra per dopo. Ma nooo, non stare a fare complimenti Sebastiano, prendila pure. Te la sei meritata, anzi, ce la siamo meritata entrambi.
Ora facciamo il giro da fuori della fiera, ci vorranno dieci minuti buoni. Poi arriviamo, firmiamo e ce ne andiamo a casa.
Ma te come torni? Sei in bici?? Ma sei matto??? Ma se diluvia!!
Dai lascia stare, ti do uno strappo io. Ma come no?! Dai, ascolta, sta diluviando ed è buio, non me la sento di farti andare a casa in bici. Ma almeno ce le hai le luci sulla bici? Non ci credo, ma come fate?? Mi sembri mio nipote te lo giuro.
Dai senti, almeno prenditi una mia giacca, io ne ho due tranquillo. Questa è perfetta, è tipo k-way. Daii ma prendilaaa, almeno non arrivi a casa fradicio.
Vabe, come vuoi. Sì ma ci credo che te sei tranquillo, il punto è che non sto tranquilla io!
Ah eccoci arrivati al padiglione uno, reggimi un secondo la borsa per favore. Grazie mille, chiudi pure l’ombrello e entriamo.
Ciao Simona, lui è il ragazzo che era con me, firmiamo e ce ne andiamo a casa, che siamo entrambi molto stanchi, oggi è stata lunga!
È stato bravissimo sai, all’inizio abbiamo un po’ litigato, ma poi ha dimostrato quanto sia realmente in gamba.
Sì, gliel’ho già chiesto ovviamente, ma fa l’università. Peccato che studia, se no me lo portavo sempre dietro, sicuro!
Va bene Simo, noi qui abbiamo fatto. Ce ne andiamo, buonanotte. E vatti a riposare anche te mi raccomando. Ciao, ciao, ci vediamo domani.
Sebastiano, io devo andare di qua, ho la macchina la giù in fondo. Ma sei proprio sicuro di voler tornare in bici? Io il passaggio te l’ho offerto eh, scelta tua.
Va bene allora ci salutiamo qui.
Sono molto contenta per oggi, sai.
Spero veramente che tu possa continuare a goderti il valore delle cose conquistate, perché lo sai che la fatica non è una fregatura.
Faccio il tifo per te. Sappilo.
Ciao Sebastiano, non ti ammazzare in bici per favore.
E porta i miei saluti alla tua nonna !!!